Prima l’abbraccio con il papa Benedetto XVI, poi l’apertura della Porta Santa all’ordine “Apritemi le porte della giustizia”: alle 11.15 Papa Francesco ha inaugurato ufficialmente il Giubileo della Misericordia varcando la soglia, seguito da Ratzinger. Poco prima, durante la messa, Bergoglio aveva esortato così i circa 70mila fedeli radunati in piazza San Pietro: «Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma». «Questo Anno Santo Straordinario – ha spiegato il Papa – è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e a ognuno va incontro personalmente. Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia». Riferendosi anche al Concilio Vaticano II, il Papa ha detto:”Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano”. Fedeli in fila dall’alba, sotto una pioggerella fine, sono accorsi per assistere alla celebrazione, cominciata alle 9.30. Oltre 2mila le forze dell’ordine schierate in città. No fly zone nei cieli di Roma dalle 7 alle 19. Tre i varchi d’accesso alla basilica aperti dalle 6.30. I controlli sono stati serrati: ogni fedele è dovuto passare al vaglio dei metal detector portatili. Verso mezzogiorno è cominciato il deflusso. Quello indetto da Francesco è il terzo Giubileo straordinario dall’inizio del ’900: nel 1933 Pio XI proclamò l’Anno Santo per i 19 secoli dalla morte di Gesù, Paolo VI ne aprì uno nel 1966 per cinque mesi e oggi tocca a quello di Papa Francesco, che imprime un’accelerazione pastorale verso la “misericordia”. «Che il Giubileo della Misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio», ha scritto il pontefice in un tweet. “Non abbiamo paura della misericordia, lasciamoci abbracciare da lei e dalla tenerezza di Dio che ci aspetta e perdona tutta, nulla è dolce come lasciarsi accarezzare da Dio, fa tanto bene e il Signore perdona tutto», ha affermato Bergoglio. Poi ha esaltato l’Immacolata come «icona sublime della misericordia divina che ha vinto sul peccato». La festa dell’Immacolata «diventa allora la festa di tutti noi se, con i nostri “sì” quotidiani, riusciamo a vincere il nostro egoismo e a rendere più lieta la vita dei nostri fratelli, a donare loro speranza, asciugando qualche lacrima e donando un po’ di gioia».
Una mia riflessione: spero adesso che, con questa occasione del Giubileo, tutti i nostri fratelli sparsi nel mondo possano arrivare qui, nel centro santo e nella capitale italiana per concedersi un momento di preghiera e perdono perché, come ha detto il Papa, Dio perdona tutti e tutto e spero anche che questo momento non venga rovinato da altri fatti tristi o infelici nelle altri parti del mondo perché, anche se siamo tutti sparsi, formiamo un unica persona…ognuno vicino all’altro, anche a distanza.
Inoltre questo tema, la Misericordia, è quello usato per questo anno anche qui a scuola perché, riflettendoci sopra insieme, possono venire fuori delle riflessioni molto profonde e intelli
genti da tutti noi.
Beatrice, III media