L’astensione dalla minaccia o dall’uso della forza nei rapporti internazionali

Quest’articolo enuncia che:

“Gli stati membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”.

Purtroppo l’enunciato di questo decreto ancora oggi non viene applicato da tutti gli stati membri dell’Onu. Ad esempio nel 2014 nella capitale della Cambogia, Phnom Penh, una rivolta da parte degli operai che chiedevano un aumento salariale è stata repressa con il ricorso alla violenza da parte della polizia militare. Questo gesto da parte delle forze dell’ordine ha portato alla morte di 4 manifestanti e molteplici feriti.

Manifestazione in Cambogia Manifestazione in Cambogia

Un altro avvenimento più recente che ha richiamato in qualche modo l’attentato alle Torri Gemelle sono gli attacchi terroristici di Parigi. Dopo gli avvenimenti il presidente ha dichiarato che la Francia combatterà l’Isis come fosse Hitler non dichiarando, però, che a differenza di Hitler l’Isis è un nemico “invisibile”e bombardando le sue presunte postazioni uccidendo migliaia di civili si uccide solo forse qualche jihadista. Pertanto, sarebbe meglio evitare l’utilizzo degli aerei poco precisi e sfruttare le truppe di terra che possiedono un armamento migliore rispetto ai terroristi. Così facendo si potrebbe evitare l’inutile strage di innocenti ed andare piuttosto a colpire i bersagli nemici.

Questa è la nostra idea riguardo all’emendamento dell’Onu.

Elio, Michela, Chiara e Claudio

 

Adempimento degli obblighi imposti dallo statuto

Nella seconda guerra mondiale, il 26 giugno del 1945, a San Francisco, stilarono la Carta delle Nazioni Unite con la quale venivano tracciate le linee guida degli stati aderenti. La carta dell’ONU entrò in vigore il 24 ottobre 1945.

Quest’anno abbiamo festeggiato i 70 anni dell’entrata in vigore della Carta dell’ONU dove la parola “obbligo” è citata 14 volte.
 Vediamoli insieme leggendo direttamente dallo Statuto:

  • Proteggere le future generazioni dalla guerra che per due volte ha portato sofferenze all’umanità;
  • Riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità, nel valore della persona umana e nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole;cuore
  • Creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi possano essere rispettati;
  • Promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in libertà al fine di praticare la tolleranza e vivere in pace;
  • Unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
  • Assicurare, che la forza delle armi non verrà usata salvo che nell’interesse comune;
  • Impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli.

La pace è mantenuta così come dovrebbe essere?

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” 
Quante volte c’è capitato di dire una cosa, ma poi non metterla in atto? Quanti discorsi sono stati fatti per cercare di placare le acque, per non compromettere l’equilibrio creato in precedenza? Oppure quanti armadi non aperti, per non far uscire scheletri nascosti? Ecco, forse è arrivato il momento di capire cosa si sta sbagliando in tutto ciò, le domande hanno sempre una risposta.Che in questo caso potrebbe essere ONU
(Organizzazione Nazioni Unite ).
In cosa consiste l’ONU?

  • Mantenere la pace e la sicurezza internazionali
  • Sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni
  • Cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani
  • Rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali

Questi sono solo 4 dei tanti motivi perché l’ONU esiste, purtroppo non sempre questa organizzazione interviene, anche se dovrebbe mantenere in sicurezza e pace tra le nazioni, ci sono le eccezioni e una di queste è quella della pulizia etnica Ruandese. Nel 1994 ci fu proprio un genocidio contro i Tutsi da parte degli Hutu. E l’ONU intervenne troppo tardi, perché anche se richieste truppe da parte dell’America, essa era occupata a placare le acque in Somalia. Secondo me bisognerebbe dare la stessa importanza a tutte le guerre anche se tra paesi meno importanti, perché i corpi che cadono sul campo di battaglia, sono sempre esseri umani fatti di carne e ossa . 

Volevamo dunque sottolineare il concetto di uguaglianza per l’ONU che secondo noi predilige certi paesi ad altri (per il fattore economico e politico), infatti non esistono morti di “serie A e serie B”, per rispecchiare ciò vorremmo far partire l’hashtag #UGUAGLIANZA

 

il rispetto della sovranità di tutti gli stati membri

Nel 1919 fu costituita la società delle nazioni per impedire che si ripetessero conflitti come la prima guerra mondiale . Gli stati membri si impegnarono a collaborare per la pace , tuttavia l’organizzazione fallì . Dopo la seconda guerra mondiale era necessaria una nuova collaborazione tra gli stati nacquero così le Nazioni Unite i. Ad oggi fanno parte di società  193 paesi. Quando uno stato diviene membro delle nazioni unite deve accettare varie leggi o principi. Uno dei principi essenziali che bisogna rispettare è “il rispetto della sovranità di tutti gli stati membri” ossia che tutti gli stati hanno gli stessi diritti gli stessi doveri e la stessa importanza.

Ecco il testo integrale della carta dell’Onu che riguarda questo principio:

L’Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini enunciati nell’art. 1, devono agire in conformità ai seguenti princìpi:

  1. L’Organizzazione è fondata sul principio della sovrana uguaglianza di tutti i suoi Membri.
  2. I Membri, al fine di assicurare a ciascuno di essi i diritti ed i benefici risultanti dalla loro qualità di Membro, devono adempiere in buona fede gli obblighi da loro assunti in conformità al presente Statuto.
  3. I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo.
  4. I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.
  5. I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendano in conformità alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendano un’azione preventiva o coercitiva.
  6. L’Organizzazione deve fare in modo che gli Stati che non sono Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformità a questi princìpi, per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
  7. Nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengano essenzialmente alla competenza interna di uno Stato, né obbliga i Membri a sottoporre tali questioni ad una procedura di regolamento in applicazione del presente Statuto; questo principio non pregiudica però l’applicazione di misure coercitive a norma del capitolo VII

 

 

Lo Statuto delle Nazioni Unite viene firmato il 26 giugno 1945 a San Francisco ed entro in vigore il 24 ottobre dello stesso anno.

Raffaele, Alessandro, Giorgia, Matilde

Un Giubileo pieno di…MISERICORDIA

Prima l’abbraccio con il papa Benedetto XVI, poi l’apertura della Porta Santa all’ordine “Apritemi le porte della giustizia”: alle 11.15 Papa Francesco ha inaugurato ufficialmente il Giubileo della Misericordia varcando la soglia, seguito da Ratzinger. Poco prima, durante la messa, Bergoglio aveva esortato così i circa 70mila fedeli radunati in piazza San Pietro: «Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma». «Questo Anno Santo Straordinario – ha spiegato il Papa – è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e a ognuno va incontro personalmente. Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia». Riferendosi anche al Concilio Vaticano II, il Papa ha detto:”Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano”. Fedeli in fila dall’alba, sotto una pioggerella fine, sono accorsi per assistere alla celebrazione, cominciata alle 9.30. Oltre 2mila le forze dell’ordine schierate in città. No fly zone nei cieli di Roma dalle 7 alle 19. Tre i varchi d’accesso alla basilica aperti dalle 6.30. I controlli sono stati serrati: ogni fedele è dovuto passare al vaglio dei metal detector portatili. Verso mezzogiorno è cominciato il deflusso. Quello indetto da Francesco è il terzo Giubileo straordinario dall’inizio del ’900: nel 1933 Pio XI proclamò l’Anno Santo per i 19 secoli dalla morte di Gesù, Paolo VI ne aprì uno nel 1966 per cinque mesi e oggi tocca a quello di Papa Francesco, che imprime un’accelerazione pastorale verso la “misericordia”. «Che il Giubileo della Misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio», ha scritto il pontefice in un tweet. “Non abbiamo paura della misericordia, lasciamoci abbracciare da lei e dalla tenerezza di Dio che ci aspetta e perdona tutta, nulla è dolce come lasciarsi accarezzare da Dio, fa tanto bene e il Signore perdona tutto», ha affermato Bergoglio. Poi ha esaltato l’Immacolata come «icona sublime della misericordia divina che ha vinto sul peccato». La festa dell’Immacolata «diventa allora la festa di tutti noi se, con i nostri “sì” quotidiani, riusciamo a vincere il nostro egoismo e a rendere più lieta la vita dei nostri fratelli, a donare loro speranza, asciugando qualche lacrima e donando un po’ di gioia».

Una mia riflessione: spero adesso che, con questa occasione del Giubileo, tutti i nostri fratelli sparsi nel mondo possano arrivare qui, nel centro santo e nella capitale italiana per concedersi un momento di preghiera e perdono perché, come ha detto il Papa, Dio perdona tutti e tutto e spero anche che questo momento non venga rovinato da altri fatti tristi o infelici nelle altri parti del mondo perché, anche se siamo tutti sparsi, formiamo un unica persona…ognuno vicino all’altro, anche a distanza.

Inoltre questo tema, la Misericordia, è quello usato per questo anno anche qui a scuola perché, riflettendoci sopra insieme, possono venire fuori delle riflessioni molto profonde e intelli
genti da tutti noi.

Beatrice, III media